La Querelle des Femmes e il millenario dibattito sulla donna nella cultura occidentale dal Medioevo al contemporaneo

14.07.2023

Nei primi secoli del Medioevo, tra l'VIII e il IX secolo, si ha la testimonianza, in Francia, di ben tredici manoscritti firmati da nove donne del monastero femminile di Chelles, retto dalla badessa Gisella (757-810), sorella di Carlo Magno1. Proseguendo fino al XII, si riscopre la storia della monaca benedettina tedesca Ildegarda di Bingen; donna coltissima e scrittrice prolifica tra le cui opere si segnalano l'enciclopedico Il libro delle creature. Differenze sottili delle nature diverse2 pubblicato nel 1533, secoli dopo la sua scomparsa nel 1179. Le fonti svelano le singole identità delle miniartici come la bolognese Donella miniatrix3 altre volte, nei manoscritti, è possibile anche risalire alle fisionomie delle stesse artiste come nel caso delle due miniatrici laiche Claricia, raffigurata in un salterio del 1200 conservato nell'abbazia dei Santi Ulrico e Afra di Augusta in Germania, o quella di Guda che proviene da un omiliario di un monastero tedesco della seconda metà del XII secolo. Dietro le mura dei conventi, con il lavoro di monache e di educande laiche vengono prodotti anche tutti quei manufatti artigianali di altissimo pregio come tessuti, stole, arazzi d'uso ecclesiastico, di cui si occupa una branca di studi delle così dette "arti minori" ma che sarebbe interessante approfondire anche in questa sede.
In Italia, prima ancora che le fonti, fin qui scoperte, diano notizie di questo tipo di esperienze artistiche all'interno dei conventi, Giovanni Boccaccio lavora dal 1361 al De mulieribus claris4 una raccolta biografica di 106 donne dall'antichità fino ai suoi giorni che si sono distinte per imprese e vite straordinarie. Questo scritto che per gli intenti si ricollegava al De virus illustribus5 di Petrarca,ma in chiave femminile, crea i giusti presupposti per l'apertura del dibattito sulle donne. Quasi mezzo secolo dopo, invece , è una donna a rappresentare le virtù delle sue antenate, Christine de Pizan, che in Francia pubblica, tra il 1404 e il 1405, La città delle donne6. Da un punto di vista artistico, in questo periodo, è la Toscana dello Stato Pontificio a regalare le numerose testimonianze artistiche dell'operosità delle monache di clausura come dimostrano le vicende legate alla Santa Caterina de' Vigri con la produzione di codici miniati e la pubblicazione di Le sette armi spirituali7 (1452-1463) o alla successiva suor Plautilla Nelli a capo della bottega artistica del suo convento. In questa prima fase significativa della partecipazione intellettuale delle donne, l'aspetto educativo è il perno di tutta la questione.

Il dibattito sulle donne ha un'ulteriore svolta, inizialmente in Italia e successivamente in tutta Europa, con la pubblicazione nel 1528 de Il Cortegiano8 di Baldassarre Castiglione che diventa un modello di riferimento per gli uomini e le donne delle corti rinascimentali. Proponendo l'esempio della corte urbinate e lodando l'educazione e le virtù della duchessa Elisabetta Gonzaga, l'autore riconosce nella pratica artistica per mano delle donne una dote virtuosa coltissima in grado di accrescere il fascino e la femminilità di chi la opera. Nel frattempo anche la Querelle des Femmes prosegue in Francia dove a Parigi, intorno al 1587, Nicole Estienne Libéaut pubblica Les Misères de la Femme mariée, où se peuvent voir les peines et tourmens qu'elle reçoit durant sa vie9. Il libro, rivolto a Madame de Medine, monaca all'Ammurez di Rouen, è una raccolta di considerazioni in sestine che delineano le differenze tra uomini e donne iniziando con l'ammissione di un'abissale distanza. Nell'anno di pubblicazione del libro sulle miserie della donna maritata, moriva la protofemminista Catherine Fradonnet meglio nota come Catherine Des Roches in quanto figlia di Madeleine Des Roches, entrambe scrittrici e poetesse francesi attraverso la cui storia è possibile analizzare un'altra modalità di erudizione tra donne: quella tra madre e figlia. Si può affermare che il tema dell'educazione femminile sia stato l'elemento fondante di tutta la Querelle des Femmes fino alla pubblicazione a Venezia di Il merito delle donne10 (1600) di Moderata Fonte, pseudonimo di Modesta Pozzo de' Zorzi, che riporta il fittizio dialogo di confidenze di sette donne veneziane circa i propri rapporti con gli uomini. Precede questa pubblicazione quella di un'altra scrittrice veneziana, Lucrezia Marinelli che nel 1591 esordisce con La nobiltà et eccellenza delle donne, co' difetti et mancamenti de gli huomini11 un discorso al quale farà seguito la sprezzante risposta di Giuseppe Passi nel 1623 in De donneschi difetti12 dedicato al principe d'Urbino Federico Ubaldo della Rovere. Un ulteriore testo che merita di essere considerato è An Essay in Defence of the Female Sex13 (1696) di Judith Drake, un libro importante che viene menzionato nella biblioteca dell'artista Rosalba Carriera. A partire da queste lettura si profila l'interesse per tutte quelle situazioni artistiche nelle quali sono state coinvolte le donne con il solo fine educativo. Da Sofonisba Anguissola14 a Rosalba Carriera15, tra il 1400 e il 1700, le vite di molte celebri artiste sono accomunate da uno spiccato senso per gli affari e dalla totale gestione delle numerose commissioni. Si tratta spesso di sorelle che vengono inviate nelle botteghe di artisti locali per imparare le tecniche pittoriche che a loro volta insegneranno alle sorelle minori. Sono questi i casi delle sorelle cremonesi Anguissola e delle sorelle veneziane Carriera. Diversa è invece la storia della bolognese Elisabetta Sirani che secondo la biografia del conte Carlo Cesare Malvasia16 sarebbe stata la prima a fondare, nel Seicento, un'accademia per sole donne quando ancora per loro non era possibile accedere alle lezioni accademiche in presenza come decreta l'articolo 20 del titolo XLI dello statuto dell'Accademia di San Luca il 23 agosto del 160717. Tra le fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo a Parigi la vicenda delle cinque sorelle pittrici Lemoine18, pressoché sconosciute la cui storia è apparsa recentemente ne "Il Giornale dell'Arte", sembra a tratti ricalcare la storia delle Carriera, evidenziando quella continuità di intenti nell'educazione pittorica al femminile che si era inaugurata precedentemente in Italia.

Nel 1700, le vite di molte celebri artiste sono accomunate da uno spiccato senso per gli affari e dalla totale gestione delle numerose commissioni. Si tratta spesso di sorelle che vengono inviate nelle botteghe di artisti locali per imparare le tecniche pittoriche che a loro volta insegneranno alle sorelle minori. Sono questi i casi delle sorelle cremonesi Anguissola e delle sorelle veneziane Carriera. Diversa è invece la storia della bolognese Elisabetta Sirani che secondo la biografia del conte Carlo Cesare Malvasia16 sarebbe stata la prima a fondare, nel Seicento, un'accademia per sole donne quando ancora per loro non era possibile accedere alle lezioni accademiche in presenza come decreta l'articolo 20 del titolo XLI dello statuto dell'Accademia di San Luca il 23 agosto del 160717. Tra le fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo a Parigi la vicenda delle cinque sorelle pittrici Lemoine18, pressoché sconosciute la cui storia è apparsa recentemente ne "Il Giornale dell'Arte", sembra a tratti ricalcare la storia delle Carriera, evidenziando quella continuità di intenti nell'educazione pittorica al femminile che si era inaugurata precedentemente in Italia.

Il passaggio dal moderno al contemporaneo segue l'evoluzione delle vicende socio politiche che definiscono il XIX secolo. Il dibattito femminile precedentemente espresso in lingua francese nell'ottica di un'esaltazione della donna, evolve, a seguito della Declarations des droits

de la femme et de la citoyenne19 (1791) di Olympe de Gouges, nella Woman Question con la successiva dichiarazione inglese di Mary Wollstonecraft A Vindication of the Rights of Woman with Strictures on Political and Moral Subjects20 (1792), ponendo definitivamente l'accento sulla rivendicazione di pari diritti da parte delle donne, a partire dal voto. La questione diviene a tutti gli effetti una faccenda politica, come dimostra l'attivismo delle suffragette inglesi nell'800. Anche le artiste contribuiscono al cammino verso la parità di genere con l'apertura e il riconoscimento delle accademie per sole artiste. Nell'ottobre del 1843 a Londra viene inaugurata la Female School of Design21 sotto la direzione di Mrs. Mclan, moglie di un pittore. Negli Stati Uniti nel 1868 vengono aperte le porte della Pennsylvania Academy alle donne per le quali viene creata una vera e propria classe esclusiva la Ledies Life Class nella quale le artiste potevano partecipare alle lezioni di nudo. In Germania nel primo decennio del XX secolo nascono due accademie d'arte per le aspiranti artiste le Damenakademies o Ladies Academies di Berlino e Monaco. In Italia un momento di aggregazione artistica femminile, precedente alla rivoluzione femminista degli anni Settanta, viene rappresentato dall'Associazione nazionale fascista artiste e laureate come testimonia la partecipazione di alcune di loro alla 55° mostra della galleria di Roma nell'aprile del 194222. Qualche anno dopo la fine del secondo conflitto mondiale, nel 1949 a Parigi, Simone de

Beauvoir pubblica Le deuxième sexe23 uno dei testi cardine del pensiero femminista tanto da poter riaprire dibattito sulla questione femminile con la sua acquisizione durante la seconda ondata femminista. Negli Stati Uniti, già nei primi anni Sessanta, questa lettura stimolò l'attivismo della giornalista Betty che raccontò il malessere delle casalinghe americane in The Feminine Mystique24. La denuncia dello stato generale in cui versavano la maggior parte delle donne genera all'interno degli ambienti universitari un impulso conoscitivo sulla storia delle donne. Con il celebre saggio di Linda Nochlin del '71 Why Have There Been No Great Women Artists25 e la successiva prima grande retrospettiva di artiste europee e americane "Women Artists: 1550-1950"26 del 1976-77, si riaccende in Occidente l'interesse per le artiste del passato, mentre quelle del presente sono, per la maggior parte, impegnate in prima linea con le proprie opere nella lotta politica. Per quanto riguarda gli Stati Uniti nel 1969 da una costola dell'Art Workers Coalition (AWC) nasce il collettivo Women Artist in Revolution (WAR) che protestava contro l'assenza delle artiste nelle collezioni museali, nel 1970 a New York si forma l'Ad Hoc Women's Art Committee che protestava contro la predominanza di artisti (uomini) alla Biennale di Whitney e ancora le Redstocking Artists e le WSABAL.27 Anche in Italia si assiste alla nascita dei numerosi collettivi artistici femministi che animano la Penisola a partire dall'esperienza precettrice di Carla Lonzi e del gruppo di Rivolta Femminile insieme ad artiste quali Carla Accardi, Suzanne Santoro e Anna Maria Colucci che confluiranno nella Cooperativa Beato Angelico28 nel 1976 insieme ad altre giovani artiste. Le pubblicazioni del Manifesto di Rivolta Femminile e dei saggi Sputiamo su Hegel e La donna clitoridea e la donna vaginale29 a opera di Lonzi sono tra i testi più significativi di questo periodo storico, tanto da influenzare un'intera generazione di intellettuali e artiste. Nonostante il ritiro volontario, in forma di protesta, della critica italiana dalla scena dell'arte, il contributo di Carla Lonzi è stato decisivo per le sorti del movimento femminista in Italia. Le espressioni artistiche dei gruppi Gruppo Femminista Immagine di Varese30 e al Gruppo Donne/ Immagine/Creatività di Napoli31 o le Pezze di Milano32 sono, di fatti, molto più vicine al dibattuto politico di quanto lo siano state le singole esperienze delle mostre della Cooperativa di via Beato Angelico. Parte delle ricerche artistiche, dei vari gruppi e collettivi, sono confluite nella pubblicazione Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci immaginiamo33 un libro che raccoglie quella pluralità di voci che riempivano le stanze dove, una volta a settimana, spesso il mercoledì, le donne si ritrovavano per praticare l'autocoscienza. La sperimentazione artistica all'interno dei collettivi femministi si affianca alla propaganda dei concetti e delle idee del movimento politico profilando un sempre maggiore interesse da parte del pubblico femminile anche per le questioni artistiche. Sono infatti le stesse donne del pubblico a essere chiamate ad agire nelle performance o nelle mostre. È l'esempio della mostra "Chi sei veramente?"34 allestita il 9 maggio del '71 fu allestita a piazza Navona dal Collettivo di Lotta Femminista e della performance Il vaso di Pandora35 con la quale il gruppo napoletano partecipò nel1977 alla rassegna del Giugno Popolare Vesuviano. Il momento artistico nel duplice aspetto creativo ed espositivo diventa così un attimo di ritrovo comunitario per tutte le donne che cercano un riscatto a quel senso di solitudine e di inutilità che vivono nelle proprie case.

Le conquiste della lotta femminista degli anni Settanta che si inscrivono nelle leggi n.194/1978 che legalizza l'aborto come pratica medica in Italia e nell'integrazione della legge n.898/1970, poi n.436/1978, sul divorzio hanno in parte contribuito ad arrestare il fermento delle manifestazioni femministe e con esse la produzione artistica connessa. Insieme alla donna moderna nasce anche l'artista moderna che agisce in autonomia, singolarmente. Rimane tuttavia aperta la questione sulla genialità inaugurata nel 1976 da Simona Weller con Il complesso di Michelangelo36 nel quale l'autrice critica il concetto di genio nell'arte, per troppo tempo considerato in base al genere e non al merito. Si spiega in questo senso la promozione di numerose mostre dedicate alle artiste del passato e l'interesse per la riscoperta e lo studio di queste vicende negli ultimi anni. Il fattore collettivo, sebbene marginale, continua ancora oggi a contraddistinguere l'operato di alcune artiste. Oltre al celebre riferimento del gruppo anonimo di artiste femministe Guerrilla Girls, nato a New York nel 1985 e ancora attivo con le sue azioni di denuncia contro il maschilismo insito nell'arte, un'altra menzione viene suggerita dalla stessa edizione sopracitata de Il Giornale dell'Arte. Sempre negli Stati Uniti un collettivo di artiste a San Francisco ha intentato una causa nei confronti di Stabilità AI per violazione del diritto d'autore. Le artiste Sarah Anderson, Kelly McKernan e Karla Ortiz accusano la Stable Diffusion, un'applicazione di AI, di aver utilizzato delle immagini coperte da copyright37. Anche quando il futuro dell'arte sembra prendere una strada molto distante da quella percorsa fin qui, il senso di unione tra le donne, tra le artiste, diventa un motore che aziona l'intero ingranaggio dell'arte, riuscendo ad apportare un contributo valido e da considerare. Ecco dunque che il dibattito o meglio la questione delle donne rimane ancora aperta dopo quasi un millennio che si traducono in racconti da ricordare e che costituiscono la storia delle donne.

Francesca Bisogni

Bibliografia:

1 cfr. C. D'Orazio, Vite di artiste eccellenti, Editori Laterza, Bari-Roma, 2021, pp. 18-19

2 I. De Bigen, Libro delle creature: differenze sottili delle nature diverse, biblioteca medievale, volume 134 di Biblioteca medievale: Carocci, 2011

3 cfr. C. D'Orazio, Vite di artiste eccellenti, Editori Laterza, Bari-Roma, 2021, pp. 19-20 4 G. Boccaccio, De mulieribus claris, 1362
5 F. Petrarca, De viris illustribus, 1337-1351

6 C. De Pizan, La città delle donne, 1405

7 C. Vigri, Le sette armi spirituali, 1475

8 B. Castiglione, Il libro del Cortegiano, Venezia, 1528

9 N.E. Libéaut, Les Misères de la Femme mariée, où se peuvent voir les peines et tourmens qu'elle reçoit durant sa vie, Parigi, 1587

10 M. Fonte, Il merito delle donne, Domenico Imberti, Venezia, 1600
11 L. Marinelli, La nobiltà et eccellenza delle donne, co' difetti et mancamenti de gli huomini,

Venezia, 1591
12 G. Passi, I donneschi difetti, 1623
13 J. Drake, An Essay in Defence of the Female Sex, Londra, 1696

14 Cfr., A. Gilardi, Le sorelle di Sofonisba, in AA.VV., Sofonisba Anguissola e le sue sorelle, Leonardo Arte, Cremona Centro culturale "Città di Cremona" – Santa Maria della Pietà, 17 settembre – 11 dicembre, Milano, 1994

15 A. M. Zanetti, Della pittura veneziana e delle opere pubbliche de'veneziani maestri, Albrizzi, Venezia, 1771

16 C. C. Malvasia, Felsina Pittrice. Vite de' pittori bolognesi, 2 voll., Bologna, 1670, ed. a cura di G. Zanotti, Bologna, 1841, p. 393

17 Cfr., C. Lollobrigida, Itinerari romani, donne che dipingono, sulle tracce delle artiste dal XVI al XXI secolo, etgraphie, Foligno, 2013, p. 7

18 cfr. L. De Micco, Piccole donne finalmente crescono. Al Musée Fragonard la prima mostra dedicata a cinque pittrici pressoché sconosciute: le sorelle Lemoine e la cugina Gabiou, in Il Giornale dell'Arte n.440, annoi XLI, Giugno 2023, p. 74

19 O. de Gouges, Declarations des droits de la femme et de la citoyenne, Parigi, 1791

20 M. Wollstonecraft, A Vindication of the Rights of Woman with Strictures on Political and Moral Subjects, Londra, 1792

21 L. Lampela, Women's Art Education Institutions, in Art Education Journal, Gennaio, 1993

22 Catalogo della mostra a cura di Galleria di Roma, Confederazione fascista dei professionisti e degli artisti, 55° mostra della Galleria di Roma con opere di un gruppo di artiste dell'Associazione nazionale fasciste artiste e laureate: aprile 1942-XX, Istituto grafico tiberino, Roma

23 S. de Beauvoir, Le deuxiéme Sexe (vol I), Les faits et les mythes Éditions Gallimard, Parigi, 1949

24 B. Friedan, The Feminine Mystique (1963) trad. (a cura di) C. Turozzi, La mistica della femminilità, Castelvecchi, Roma, 2012

25 L. Nochlin, Why Have There Been No Great Women Artists, in Woman in Sexist Society: Studies in Power and Powerlssness, New York, 1971

26 L.Nochlin, A.Sutherland-Harris, Women Artists: 1550-1950, Brooklyn Museum, 21 dicembre – 27 novembre, New York, 1977

27 Cfr. C. Subrizi, Azioni che cambiano il mondo. Donne, arte e politiche dello sguardo, postmedia books, Milano, 2012 (p.15)

28 Fondo Suzanne Santoro presso Archivia, Biblioteche, Centri di documentazione delle Donne

29 C.Lonzi, Manifesto di Rivolta femminile in Sputiamo su Hegel. La donna clitoridea e la donna vaginale e altri scritti, Scritti di Rivolta Femminile 1,2,3; Rivolta Femminile, Milano, 1974

30 Cfr. J. Galimberti, The Feminist Group Immagine from Varese in AA. VV. (a cura di) M, Scotini R. Perna, The Unaxpected Suject 1978. Art and Feminism in Italy, Flash Art Books, FM Centro per l'Arte Contemporanea, 4 aprile – 26 maggio, Milano, 2019 (p. 26)

31 Cfr., M. Seravalli, Separare l'arte. La militanza come strumento di lettura dei rapporti tra le artiste e il femminismo degli anni Settanta, in AA.VV. (a cura di) C. Casero, E. Di Raddo, F.Gallo, Arte fuori dall'arte. Incontri e scambi fra arti visive e società negli anni Settanta, postmedia book, Milano, 2017 (p. 63)

32D. Bond, Le pezze in Italia anni Settanta: gruppi, collettivi d'artista, spazi autogestiti nel decennio della contestazione, convegno a cura di Lucilla Meloni, 8-9.10 novembre 2018, Macro Asilo, Roma (#2)

33 AA.VV. Ci vediamo mercoledì, gli altri giorni ci immaginiamo, Gabriele Mazzotta editore, Milano, 1978

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