Donnacasa

Questa ricerca sul tema della casa da parte delle artiste inizia con la storia della Womanhouse in California, una casa abbandonata rilevata da un gruppo di donne artiste negli anni Settanta come studio per le loro creazioni. Da questo progetto del 1971 di Judith Chicago e Miriam Shapiro è nata l'idea di organizzare una mostra al National Museum of Women in the Arts di Washington tra il 2017 e il 2018. Il catalogo della mostra raccoglie la maggior parte delle opere esposte. Tra tutte le sezioni, quella che ha destato maggiormente la mia curiosità e attenzione è quella che raggruppa le artiste che hanno lavorato sul concetto di donna-casa, a partire da Louise Bourgeois negli ultimi anni della sua carriera. La casa che cresce sul corpo della donna simboleggia l'inscindibilità di questi due concetti, che insieme danno vita a un nuovo concetto: la donna-casa. Il senso di protezione e di riparo che si trova nella casa si trova anche nella donna. Sebbene questo sia un pensiero condiviso nella società occidentale, le opere prodotte dagli artisti rivelano un senso di disagio, come se queste donne-casa volessero in qualche modo fuggire. È un po' come la casa con le gambe di Laurie Simmons, che mi fa pensare a una casa che può fuggire. Anche le opere di Andrea Zittel possono essere viste sotto questa luce, come ambienti mobili. Un'altra variante della donna-casa viene dall'opera magna di Niki de Saint Phalle. Quest'estate ho avuto il piacere di visitare il suo straordinario Giardino dei Tarocchi, un vero e proprio parco abitato da sculture monumentali colorate che ricordano lo stile di Gaudì a Barcellona e che rappresentano i 22 arcani maggiori dei Tarocchi di Siviglia. Tra queste, ce n'è una in particolare: La Sfinge Imperatrice, una scultura-architettura abitabile. All'interno, l'artista ha creato una casa in cui ha vissuto durante gli anni in cui ha lavorato al Giardino dei Tarocchi. Si tratta di una casa nel vero senso della parola, una casa per le donne, per le artiste, un luogo veramente sicuro dove sentirsi protette e libere di esprimersi, lontano dal mondo. La maggior parte di queste artiste sono state e sono coinvolte nel movimento femminista, con particolare riferimento alla seconda ondata del femminismo degli anni Settanta. Le opere che creano mettono in discussione la condizione femminile non solo all'interno della casa, ma anche all'interno della società stessa. L'idea della casa come simbolo dell'identità femminile e dell'emancipazione ha risuonato in tutto il mondo dell'arte. Queste interpretazioni artistiche della "donna-casa" sfidano i tradizionali ruoli di genere ed esplorano l'intricata relazione tra le donne e i loro spazi domestici. Per molti versi, riflettono i più ampi cambiamenti sociali e l'evoluzione del ruolo della donna nella società contemporanea. Le opere di artisti come Louise Bourgeois, Laurie Simmons, Andrea Zittel e Niki de Saint Phalle ci offrono una prospettiva unica sulle complessità dell'identità femminile. Esse prendono il concetto di casa, tradizionalmente visto come luogo di rifugio e confinamento, per trasformarlo in un simbolo di forza, creatività e liberazione. È interessante notare che la rappresentazione della casa nell'arte non si limita alla struttura fisica, ma si estende alle dimensioni emotive e psicologiche del concetto. L'idea di una donna come casa, e di una casa come donna, sfuma i confini tra pubblico e privato, interno ed esterno, personale e collettivo.